In realtà questa è una modalità assai crudele di iniziare il rapporto con il nuovo arrivato.
In natura il distacco dalla madre e dal resto del gruppo avverrebbe molto più gradualmente e anche più tardi, non poco dopo i 60 giorni come avviene normalmente per i cuccioli presi in allevamento (ricordiamo che 60 giorni è il limite minimo imposto per legge, e vale per qualsiasi cucciolo, sia esso comprato in allevamento o adottato).
I suoi pianti non sono semplici capricci, ma la reazione ad una situazione che per lui potrebbe essere potenzialmente pericolosa. Lasciato solo in un ambiente sconosciuto, il cucciolo si sente vulnerabile e certamente in pericolo, e il suo pianto serve a chiamare la madre che accorrerebbe subito a proteggerlo.
Mamma Naily rassicura il piccolo Ramiro
Inizialmente, quindi, fornirgli una base sicura in un posto per lui completamente sconosciuto è fondamentale per lo sviluppo del cucciolo e per rinsaldare da subito la nostra relazione con lui.
Dargli sicurezza, contatto fisico e amorevoli cure permettono al cucciolo di accrescere anche la sicurezza in sé stesso, oltre che lo sviluppo del processo di attaccamento nei nostri confronti, e non certo a "viziarlo".
Successivamente, quando il cucciolo avrà ormai raggiunto un certo grado di sicurezza, potremmo poi lavorare sulla sua capacità di autogestione. Ma questo dovrà avvenire in seguito e quando l'attaccamento si sarà già ben sviluppato, e le tempistiche variano da cucciolo a cucciolo.
Non perdiamoci in inutili e antiquate regolette, viviamo il nostro cucciolo prima e il nostro cane adulto poi con istintualità. Questo garantirà con lui uno stretto rapporto e un'ottimale relazione, che certamente apporterà un grande beneficio ad entrambi, andando così a formare un'armoniosa famiglia.
Camilla
N.B. Lo spunto per l'articolo mi è stato dato, oltre che dai miei adorati cuccioli che tra qualche settimana si dirigeranno verso le loro nuove famiglie, anche dal libro
"Dalla parte del Cucciolo" a cura di M. Antoni e D.Tarricone; Editoriale Olimpia
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