Ti laurei prima in Storia e poi ti specializzi in Antropologia culturale, Etnologia e Etnolinguistica, con una tesi sperimentale che poi è diventata un libro: "il cavallo e l'uomo: una relazione infinita. Ricerca antropologica su esperienze di ippoterapia". Tesi che è stata poi premiata dalla Fondazione Stefano Benetton e grazie alla quale hai poi vinto una borsa di studio.
Quando e perché hai deciso di scrivere questa tesi?
Ciao
a tutti! Vi ringrazio per avermi contattata! La scelta di scrivere
una tesi sulla relazione uomo-cavallo è nata durante il mio percorso
di studi in antropologia, dove ho scoperto una disciplina denominata
Antropologia medica che studia i differenti metodi di cura delle
diverse culture, il rapporto tra guaritore e malato e la dimensione
sociale e antropologica della salute. Inoltre, tale disciplina, si
occupa anche dei vari approcci al problema proposti dalle medicine
non europee o comunque non attinenti alla biomedicina, quindi
l'Ippoterapia e la Riabilitazione Equestre rientrano in questo
ambito, essendo pratiche terapeutiche certamente non convenzionali e
di radici antiche come antica è la relazione uomo-cavallo.
Il tuo libro è diviso in tre capitoli che trattano altrettanti temi differenti: presentaceli brevemente
I
tre temi trattati dal mio libro sono: l'evoluzione storica del ruolo
del cavallo nella vita sociale dell'uomo, ovvero la sua
trasformazione da preda a strumento di lavoro, da mezzo di trasporto
a divertimento sportivo fino ad arrivare ad essere un medium di cura;
il secondo tema è la descrizione del progetto "La Casetta"
rivolta a ragazzi diversamente abili che tra le attività presenti
c'è anche l'ippoterapia; l'ultimo capitolo è un po' autobiografico,
in quanto racconto le storie di vita di tre ragazzi, tra cui c'è la
mia, segnate dalla disabilità ma legate dalla passione per i cavalli
e i modi differenti di viverla.
Nel libro parli anche del progetto "la Casetta". Potresti descrivercelo?
Mi domandate del progetto "La Casetta"? Beh, è un progetto unico credo in Italia, si svolge nel periodo estivo e i partecipanti sono ragazzi con disabilità intellettive, quali Autismo, Sindrome di Down e Deficit cognitivo. Nel libro è descritto il progetto nell'anno 2011 supportato economicamente dall'ASL 10 di Portogruaro - San Donà di Piave (Ve) e gestito dall'associazione Auser volontariato "Il Ponte - Città del Lemene" di Concordia Sagittaria, il cui presidente è mio padre Renzo Moretto. Dal 2013, invece, è completamente autogestito dall'Auser, in collaborazione con uno psicologo che gestisce le attività coi ragazzi: pittura, spesa, merenda, piscina, cavallo e musica. La mia cavalla Nina e i miei cani ormai sono parte integrante del progetto! Soprattutto l'attività con Nina ha molteplici effetti benefici: ricopre un ruolo tranquillizzante nei momenti di crisi violente di un ragazzo, è uno stimolo motorio, è un "attivatore" di emozioni, accresce la capacità relazionale, fa aumentare l'autonomia e l'autostima nei ragazzi che riescono a condurre Nina sola e crea momenti di condivisione e di gruppo (molto rari nelle persone affette da autismo).
Quando ti sei avvicinata all'ippoterapia e come mai l'hai scelta?
L'ippoterapia
nella mia vita è entrata all'età di un anno, quando per un fattore
di gelosia di mia sorella nei miei confronti, mio padre le ha
comprato un pony e hanno cominciato ad andare a cavallo insieme.
Successivamente, il cavallo si è rilevato un altro agente
terapeutico per la mia disabilità più a livello emozionale, sociale
e relazionale che a livello psicomotorio. Ma per me andare a cavallo
non è stata mai una terapia, è una vera e propria passione!
L'ippoterapia è adatta a tutti?
Nel libro leggiamo anche esperienze differenti in merito ai benefici dell'ippoterapia. Non tutti gli istruttori sono adatti ad operare in questo settore (e questo vale per tutte le branche della pet therapy). Pensiamo ad esempio al caso di Rossella..
L'Ippoterapia
e la Riabilitazione Equestre non sono adatte a tutti: per alcune
patologie sono controindicate, ad esempio chi ha una forte scogliosi
o ha una fobia per il cavallo non può praticarle, e comunque va
sempre valutata la possibilità di intraprendere queste discipline
terapeutiche in base alla persona.
Nel
caso di Rossella, per esempio, non è la patologia che non le ha
permesso di svolgere l'Ippoterapia, ma un suo blocco psicologico
derivante la non accettazione di se stessa dopo l'incidente, che la
costringe ad una disabilità grave e che non le permette di andare a
cavallo come prima.
Chi fosse interessato ad intraprendere questa meravigliosa avventura a chi dovrebbe rivolgersi?
Per
chi volesse intraprendere questa avventura deve rivolgersi ad un
centro di Riabilitazione Equestre affiliato all'ANIRE (Associazione
Nazionale Riabilitazione Equestre), visitare il posto, valutare la
competenza delle persone che ci lavorano e decidere se la persona
interessata si sente a suo agio in quel contesto, oltre che ad
assicurarsi che sia l'attività giusta da svolgere. Per chi è della
regione Lombardia, invece, si può rivolgere all'ospedale Niguarda a
Milano, unico in Italia ad avere un reparto al suo interno di
Riabilitazione Equestre denominato “Centro Vittorio di Capua”.
Quali caratteristiche deve avere un cavallo da ippoterapia?
La
caratteristica principale per un cavallo adatto a questa attività è
la bontà, dev'essere il massimo della tranquillità, quindi sono
escluse le razze come gli Arabi, Angloarabi, Purosangue o Cavalli da
Salto. Poi se un Arabo ha un carattere calmo nessuno vieta di usarlo
per l'Ippoterapia. In Germania usano i Cavalli Islandesi per la loro
andatura al passo, altri usano gli Haflinger, la Nina ad esempio è
un mezzo TPR ma sopra puoi saltare, urlare o battere le mani che lei
non si spaventa. Con ciò, voglio dire che ci sono razze più adatte
per l'Ippoterapia e per la Riabilitazione Equestre ma dipende anche
dal carattere del cavallo.
Quali animali vivono attualmente con te?
I
miei animali attualmente? Tre cani, cinque cavalli, un pappagallo, due
capre, galline e conigli!
Dove è possibile reperire il tuo libro?
Il
mio libro è acquistabile in diversi siti internet oppure tramite
ordinazione in qualsiasi libreria di Italia, e potete contattarmi
attraverso la pagina Facebook Il cavallo e l'uomo una relazione infinita.
Spero
di esservi stata utile! Ciao a tutti i lettori del blog!
Grazie ancora Giulia per la tua disponibilità e per averci dato l'opportunità di correre su binari differenti, non cinofili, ma certamente paralleli. Ogni animale porta con sé un meraviglioso mondo tutto da scoprire.
Camilla & Erica - Le sguinzagliate
Giulia Moretto
pagina Facebook "il cavallo e l'uomo"
casa editrice Galassia Arte
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