lunedì 23 gennaio 2017

Esperienze in canile a confronto

Viola è in cerca di casa! Per info clicca qui


Ho sentito spesso parlare bene di molti canili, ma allo stesso tempo mi sono state raccontate, ed ho vissuto in prima persona, altrettante esperienze estremamente negative.

Questo mi ha portato a pormi parecchie domande e perplessità sull'argomento e soprattutto mi sono chiesta se sia un bene consigliare a persone spesso neofite di rivolgersi ad un rifugio.

In un altro post - che potete trovare qui - Camilla ci poneva di fronte a un dilemma: se fosse o meno realmente più etico adottare un cane piuttosto che acquistarlo in un Allevamento serio.

Ho intenzione nei prossimi articoli di raccontare alcune esperienze, sia positive che negative, di persone che si sono rivolte ad un canile da cui spero possiate trarre alcuni consigli utili per aiutarvi nella scelta del rifugio più adatto alle vostre esigenze.

Capita sempre più frequentemente di sentir parlare - o leggere su forum e social network - di operazioni dal dubbio valore intitolate pomposamente "svuota canili" sulle quali, come avrete già intuito, sono assolutamente contraria in quanto fermamente convinta che sia meglio avere un numero minore di cani adottati ma per sempre piuttosto che svuotare un canile per un solo mese (o anche meno...) col bagaglio di esperienze negative e traumi più o meno gravi che questo provoca ai nostri amici pelosi al rientro nella struttura e che si ripercuoteranno inevitabilmente sulla loro futura adottabilità.

Tuttavia, anche quando i volontari scelgono con cura la famiglia per un cane e sembra che la storia non potrà che avere un lieto fine, possono crearsi delle situazioni imprevedibili che rendono quell'adozione non eterna e stesso dicasi per chi si rivolge ad un Allevamento serio, magari avendo anche seguito una adeguata preparazione informativa sui comportamenti, le abitudini e le complessità della razza scelta.

Non si può quindi fare di tutta l'erba un fascio e con questi articoli non vogliamo di certo sconsigliare l'adozione ma spingervi a scegliere con cura il vostro nuovo membro della famiglia.

Ci piacerebbe raccogliere anche le vostre esperienze, sia di volontariato in canile che di adottanti, potete inviarcele al nostro indirizzo mail lesguinzagliate@gmail.com


Erica.

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domenica 15 gennaio 2017

PetProject e la pet therapy

Abbiamo avuto il piacere di conoscere Stefania Acquesta, istruttrice cinofila e docente di pet therapy, nonché presidentessa di Pet Project e non abbiamo perso l'occasione per farle qualche domanda.

Parlaci un po' della vostra associazione: dove si trova la vostra sede e quando avete iniziato?

Pet Project è nata a Padova alla fine del 2006  da 3 socie fondatrici che condividevano la passione per gli animali e il desiderio di fare volontariato nel sociale. Dopo il corso di formazione con i nostri cani, siamo partite con l'importante progetto PETPED  in collaborazione con ASL 16,  il Dipartimento di Pediatria dell'Università e l'Associazione Gioco e Benessere in Pediatria con cui collaboriamo ormai da 10 anni. A seguire molti altri progetti e soprattutto la nascita della nostra scuola di formazione  per coloro che intendono diventare Responsabili di Progetto e Coadiutori con il loro cane ( o gatto e coniglio)  e entrare a far parte del nostro team.  

Quanto dura la preparazione di un cane?
Normalmente un coadiutore che intende intraprendere questa specialità con il proprio cane comincia...dal cucciolo! Tuttavia molti cani adulti possono tranquillamente iniziare a lavorare dopo circa un anno e mezzo di preparazione. I nostri cani non sono mai costretti a fare l'attività, vivono con noi in famiglia come qualsiasi altro cane, e sanno che ogni tanto possono aiutarci a dare un sorriso a chi è in una situazione difficile per un ricovero, per un problema o per un bisogno. Il lavoro da intraprendere si basa sulla capacità del cane di entrare in relazione con le persone, e quindi è un lavoro complesso di socializzazione non di performance. I cani si  stancano molto perché sanno di doversi impegnare e quindi molta parte del nostro lavoro di coadiutori è una attenta gestione della salute e dello stress, valutando i tempi di riposo ( almeno 15 gg tra una seduta e l'altra) e le attività che aiutano a gestire lo stress. Tutti i nostri cani sono seguiti dal Responsabile sanitario Dott. Tommaso Furlanello della Clinica Veterinaria  San Marco di Padova: vengono eseguiti esami completi del sangue e delle urine ogni 6 mesi,  esami dermatologici  e profilassi contro ecto ed endo parassiti che durano 12 mesi. Questo non solo per tutelare gli utenti, ma anche il benessere del cane. Inoltre un paio di giorni prima delle sedute in Ospedale i cani vengono lavati in modo professionale.   

      

E' vero che non tutti i cani che vengono preparati poi vengono ritenuti idonei al servizio? 
La nostra Associazione non forma Service Dogs, i nostri sono cani che fanno IAA ( Interventi Assistiti con L'Animale), ma non vengono mai divisi dal loro proprietario che è anche il coadiutore. Sono un'unità cinofila inseparabile e ciascuna coppia torna a casa dopo il lavoro. Non approviamo chi forma service dogs e poi li consegna adulti, né le strutture con cani residenziali che alla fine non sono di nessuno. Un modo più etico di formare service dogs sarebbe di consegnare già il cucciolo al futuro proprietario- fruitore del servizio, con un educatore/ istruttore che con molta costanza e pazienza segue la coppia per un paio di anni: il tempo necessario al cane non solo di acquisire delle tecniche per aiutare la persona, ma soprattutto per crescere in modo equilibrato, senza traumi, arrivando alla maggiore età con la persona che lo ha scelto e adottato. Probabilmente avrebbero meno cani traumatizzati e ritenuti non idonei al servizio. 
Secondo le attuali linee guida nazionali la nostra scuola forma il coadiutore in coppia con il proprio cane. Buona parte del nostro corso è fondato sulle acquisizioni di cinologia, in particolare sulla comunicazione del cane, e i segnali calmanti, come li abbiamo studiati direttamente  con Turid Rugaas, per fornire al proprietario le competenze necessarie a capire cosa sta dicendo il cane, le sue emozioni e motivazioni. Quando poi andranno a lavorare insieme, avranno bisogno solamente di un'occhiata per comunicare che tutto va bene, oppure che c'è bisogno di una pausa.
Un frequente luogo comune è che nelle attività di Pet Therapy, il pet venga solamente accarezzato, ma in realtà questa è una delle varie attività di relazione che si possono fare . Infatti le attività sono moltissime e si basano sugli obiettivi relazionali richiesti dal responsabile che ha in carico il paziente.  
L'unica vera controindicazione è se il cane non riesce a superare la paura delle persone, ma anche lì abbiamo avuto cani che hanno fatto enormi progressi.               

Ci sono determinate categorie di persone per la quale sconsigliate la pet therapy oppure chiunque può trarre beneficio dall'animale? 
E' un errore pensare che la pet therapy vada bene per tutti. Significa banalizzare questa importante co-terapia e svilirla.
Alcune persone hanno delle fobie o intolleranze specifiche verso il cane e potrebbero rifiutare l'attività, oppure possono avere delle allergie al pelo.
La Pet therapy in tutte e tre le sue varianti ( TAA: Terapia Assistita dall'Animale, EAA: Educazione Assistita dall'Animale e AAA: Attività Assistita dall'Animale)  prevede oggigiorno un progetto con un'equipe prescrittiva e un'equipe operativa. Infatti 
L’incontro con l’animale comporta nella persona cambiamenti a livello fisico, cognitivo, oltre che affettivo ed emotivo. Perciò, la progettazione e la realizzazione degli Interventi Assistiti con Animali, in particolare delle TAA e delle EAA, necessita dell’apporto di professionisti con diverse competenze nell’ambito di un’équipe multidisciplinare, con comprovata formazione ed esperienza in questo settore (Linee Guida Regione Veneto, 2006; Linee Guida Nazionali, 2015). 

E' compito dell'Equipe Prescrittiva valutare se per alcuni pazienti la pet therapy sia adeguata, per esempio invece del cane potrebbero essere coinvolte altre specie come il coniglio,il gatto, previsti dalle linee guida 2015; oppure le caviette e i furetti che collaborano con noi da tanti anni. Alcuni bambini che sono cinofobici, hanno grande beneficio da animali più piccoli e che ispirano la cura e l'affetto.
Abbiamo anche fatto un progetto con una signora che era terrorizzata dai cani, e con l'aiuto della sua Psicoterapeuta Dottoressa Maria Montanaro, che collabora con noi da molti anni, intendeva superare la sua fobia per timore di trasmetterla ai suoi  bambini...beh alla fine ha avuto ottimi risultati !!!



Ci potresti raccontare uno o più episodi significativi?
Ho nel cuore molti molti episodi, gli anziani con Alzheimer, i bambini di alcune scuole di Padova, gli anziani nei parchi di Padova nel "6 zampe a Passeggio",  l'esperienza in carcere con Ambra mi ha molto messo in gioco e anche arricchita; ma i miei pazienti preferiti sono sempre i bambini della Pediatria.
Il nostro lavoro è molto variegato perché i bambini che partecipano sono tanti, a volte rivediamo gli stessi bimbi cresciuti, a volte non li rivedremo più , ma grazie al cielo molti tornano a casa.
Non sempre riusciamo a portare allegria e gioco, a volte i bambini sono molto fragili, stanchi, provati dalle cure, piangono e i nostri animali non riescono  a distrarli dal dolore e dalla paura.
Ma per fortuna tante altre volte entrano piangendo e gli occhi si spalancano per la meraviglia e la curiosità: la capacità dei nostri animali di spazzare via le nuvole  e di far sorgere  un sorriso  sui loro visetti è quello che ci dà motivazione, entusiasmo , che ci apre il cuore di passione : Tutto per il sorriso di un bambino.
Anche i cani ci stupiscono! La capacità di capire al volo da quale bambino andare, con chi avere pazienza, con chi fare i pagliacci per strappare una risata!!!
Alcuni dei nostri cani sono ormai dei vecchietti come il mio Totò che ha 16 anni e mezzo, è ovviamente  in pensione, ma quando mi vede preparare la borsa per la pet therapy chiede con entusiasmo di venire!!! Altri sono giovani leve come la coppia che ha lavorato oggi in Pediatria : Ester con Moka, una labrador chocolate spumeggiante di entusiasmo. 
Ecco per me la pet therapy deve avere l'entusiasmo da tutti i lati, sia dal punto di vista umano sia dal lato animale, così che insieme  possano formare un cerchio di aiuto.



Grazie mille Stefania per la tua disponibilità e per aver saputo trasmettere la tua conoscenza con grande chiarezza e, appunto, con grande entusiasmo!
Auguriamo un buon lavoro e grandi soddisfazioni a te e a tutto il tuo gruppo!

Le Sguinzagliate

Per chi fosse interessato a contattare Stefania e la sua associazione, potete trovare tutte le informazioni utili nel loro sito www.petproject.it/




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martedì 10 gennaio 2017

Come scegliere il nome del cane



La scelta d un nome per il nostro futuro nuovo amico va fatta con attenzione perchè lo accompagnerà per tutta la vita; vi suggerirò alcuni consigli per fare una buona scelta.

  • Preferite nomi corti, in questo modo sarà più semplice per lui memorizzarlo e per noi utilizzarlo: nell'addestramento del cane nomi troppo lunghi diventano più difficili.
  • Tutti i famigliari dovranno utilizzare quel nome.
  • Non utilizzatelo solo quando lo rimproverate o impartite ordini altrimenti lo assocerà a qualcosa di negativo.
  • Se il cane ha già un nome e lo riconosce meglio (magari perchè adottato già da adulto) mantenerlo per non creargli confusione o al massimo possiamo modificarlo con un nome che abbia lo stesso suono, soprattutto nelle vocali che sono quelle che riconoscono meglio (es Milly → Lilli, Tommi → Jonny). Questo vale anche per i cani con il pedigree, che solitamente hanno nomi lunghi e complessi con l'affisso; se prenotiamo il cucciolo solitamente magari si può accordare sul nome da dargli.
  • Se riuscite evitate nomi molto comuni, potreste ritrovarvi al parco con altri omonimi e rendere più complesso il richiamo.
  • Scegliere un nome di persona può essere rischioso: facilmente troverete omonimi bipedi e e incorrerete in qualche momento imbarazzante.
  • Fate delle prove per accertare che sia facile da pronunciare da tutti i membri della famiglia (nonni e bimbi compresi) e che "suoni bene" anche pronunciato con toni più decisi e dolci.
  • Evitate nomi che assomiglino ai comandi (es. Vesta → Resta ).
  • Scegliete un nome che si adatti anche una volta che il cane sarà diventato adulto e proporzionato alla razza\taglia del cane (es. Briciola eviterei di darlo a un Doberman)
  • Se avete più cani evitate nomi simili.
Erica.

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giovedì 5 gennaio 2017

No ai Botti inverno 2016\2017

Questa sera in molte città italiane si terrà il falò e purtroppo in questa occasione molti si divertiranno a lanciare "i botti".
Vi ricordiamo di tenere i cani al sicuro per l'alto rischio di fughe!

Anche quest'anno abbiamo ricevuto alcune foto contro i botti.


Moka



Haru e Tauriel



Continuate ad inviarcele! Potete postarle nella nostra pagina facebook Le Sguinzagliate oppure spedircele via mail a lesguinzagliate@gmail.com

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